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Made in Italy
Made in Italy

Il Made in Italy non è un’opinione

Con il decreto Sblocca Italia varato dal Governo Renzi dovrebbero esserci grandi novità per il Made in Italy e quindi per tutte le aziende che esportano o puntano sui turisti che arrivano in Italia, grandi novità, per una volta positive, potrebbero essere dietro l’angolo. Il piano del Governo prevede investimenti per una gestione centralizzata del marchio, anche se ancora non se ne conoscono i dettagli, l’idea pare buona.

Peccato che in sede europea, la proposta Italiana di regolarizzare meglio il “Made In” non piace a tanti altri Paesi, soprattutto del Nord Europa, anche se in primavera sono entrate in vigore norme che «consentono agli Stati membri di dotarsi di una normativa di maggiore dettaglio sul sistema di etichettatura» e che sono costati una lunga battaglia alla quale anche la Germania si opponeva. Le regole però riguardano solo i prodotti non alimentari e quindi escludono uno dei principali asset italiani tra i più contraffatti. Tra l’altro a fine luglio il fronte anti made in regolamentato, ha presentato una mozione per valutare i reali costi benefici della norma.

L’UE insomma non è molto favorevole al Made in Italy ed il Governo Renzi non può spendere soldi in Italia per tutelare il marchio nazionale, aprendo un ufficio apposito che avrà i suoi bei costi, senza portare la battaglia in Europa e “battere i pugni” come aveva promesso più volte. Altrimenti tutto si rivelerà una operazione di Palazzo, la creazione di poltrone in più per sistemare qualche personaggio comodo o una mossa propagandistica. Mentre l’Unione Europea pretende di dettare legge, con imposizioni odiose come le quote latte che favoriscono altri Paesi e ci fanno produrre i nostri formaggi con latte straniero, l’ingerenza che puntuale arriva ogni anno di coltivare OGM (se gli italiani sono contrari perché dovremmo arricchire le multinazionali che vendono i semi OGM?).

Insomma il Made in Italy non è un opinione, ed è una materia che ha bisogno di uomini forti in politica ed imprenditori che nel mondo si facciano portatori sani di Italianità, di quel valore aggiunto fatto di cura per il prodotto, qualità, creatività che significa Made In Italy. Imprenditori come Francesco Zonin (della principale azienda vinicola Italiana che ha varcato da decenni i confini ed i vigneti nazionali), Francesco Corallo, che spende molte parole sul Belpaese nel suo blog FrancescoCorallo.com, come Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, Lapo Elkann, Remo Ruffini, l’Italiano che salvò l’azienda francese Moncler e che l’ha portata al successo, Nicoletta Spagnoli, AD di Luisa Spagnoli, Michele Ferrero…insomma una lunga lista di talenti imprenditoriali e manageriali che rappresentano la parte migliore del Made in Italy, il “prodotto umano”, capace di adattarsi a diverse situazioni e contesti, seguendo la tradizione e l’innovazione allo stesso tempo come nessun’altro sa fare.

Made in Italy è prima di tutto fatto e pensato da Italiani: qualcosa per cui vale la pena lottare, un obiettivo verso il quale fare fronte comune insieme, con un progetto che va aldilà di logiche di partito e di localismi. Una occasione unica per il futuro.


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