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Una scelta che ogni coppia, entro la dodicesima settimana di gestazione, deve prendre in considerazione è se sottoporsi o meno a quelli che vengono definiti esami di diagnosi prenatale. Generalmente è una scelta difficile perchè questi esami sono costituiti da una serie di test e procedure per lo più invasivi.
Fra gli esami non invasivi possiamo elencare l'ecografie e le analisi del sangue, che vengono svolte in periodi diversi della gravidanza.
Anche quelli che vengono definiti esami bi-test e tri-test, considerando che consistono nel prelievo e nell'analisi di alcuni ormoni per rilevare eventuali anomalie nel feto, sono delle analisi non invasive.
I test invasivi più praticati sono la villocentesi e l'amniocentesi, si definiscono invasivi perchè consistono nel primo caso nel prelievo di una certa quantità di villi coriali e nel secondo caso di liquido aminiotico direttamente dalla placenta.
Il loro esame specifico permette la rilevazione di informazioni inerenti alla struttura genetica del feto, quindi di identificarne eventuali malattie o anomalie.
A differenza degli esami non invasivi che hanno un' affidabilità del 50%, questi ultimi permettono una valutazione diagnostica certa.
Poichè con l'aumentare dell'età delle gestanti aumenta anche la probabilità di malattie genetiche del bambino; in Italia per le donne di età maggiore ai 35 anni questi esami vengono sovvenzionati dal sistema sanitario nazionale.
Il sito villocentesi.biz offre una guida informativa per quanto riguarda la villocentesi per comprendere appieno la procedura. Tale guida oltre a illustrare nel dettaglio la villocentesi offre delle indicazioni anche sull'amniocentesi.