Mediterraneo - rischi del riscaldamento globale

Mediterraneo e riscaldamento globale: i rischi di uno scenario apocalittico

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Il territorio europeo è uno dei più colpiti dall’aumento delle temperature. Non tutti sanno, però, che il cambiamento climatico interessa anche la profondità del mare, ed è per questo motivo che in un futuro non troppo lontano le minacce che riguarderanno i mezzi di sussistenza e le risorse idriche metteranno a rischio milioni di persone. La stagione estiva che si avvia alla conclusione è stata caratterizzata da temperature record e siccità, che sono state accompagnate da terribili incendi. Mentre il mare ha fatto registrare una temperatura media più alta di 6 gradi e mezzo rispetto alle medie stagionali, non sono mancati violenti nubifragi e vere e proprie tempeste.

Uno scenario apocalittico

Non appare esagerato definire questo scenario come apocalittico, anche perché l’Unesco ha lanciato un altro allarme: il rischio di uno tsunami che si potrebbe verificare nel Mediterraneo, secondo i dati ricavati da un’esplorazione che ha riguardato i vulcani sottomarini nei pressi delle Eolie. Un rischio che fino a questo momento è stato trascurato, ma che diventerà realtà nel corso dei prossimi 30 anni: i litorali più popolati del bacino saranno sommersi da onde alte più di 1 metro.

Gli effetti delle temperature in aumento

Le temperature in aumento avranno effetti drammatici anche dal punto di vista della biodiversità marina e terrestre della regione del Mediterraneo. È stato stimato che oltre i due quinti dei più importanti predatori marini della zona potrebbero sparire a causa della mancanza di cibo, mentre da tempo è in corso il fenomeno della riduzione delle dimensioni delle sardine. Dovrebbero arrivare circa 700 specie di animali e piante esogene, il che causerà uno sconvolgimento degli ecosistemi della regione, sempre come conseguenza del cambiamento della situazione ambientale. Dal Mar Rosso, per esempio, potrebbe arrivare il pesce leone orientale, un pericolo per la sua attitudine a divorare le larve di parecchie specie. Mentre il bacino mediterraneo viene invaso dal pesce leone orientale, ci si preoccupa anche delle meduse e delle microalghe tossiche.

I rischi per le persone

In base alle stime degli studiosi, nel giro di un paio di decenni oltre 250 milioni di persone dovranno fare i conti con problemi relativi alle forniture idriche, e tutto questo determinerà da una parte un incremento delle migrazioni di massa e dall’altra parte una crescita della conflittualità tra i popoli. Perfino la sicurezza alimentare viene messa a rischio dal riscaldamento globale. È stato calcolato che ogni grado in aumento possa determinare una riduzione di oltre il 7% della produzione di grano. Ancora, vari studi scientifici hanno messo in mostra che le piogge torrenziali potrebbero aumentare il rischio di smottamenti e alluvioni, mentre l’innalzamento delle acque del Mediterraneo potrebbe minacciare le terre agricole determinando un calo della loro superficie. E, ancora, c’è da tenere conto delle coste erose e del processo di salinizzazione, a causa della quale le risorse in acqua potabile potrebbero essere ipotecate, con ripercussioni su tutte le attività umane.

Mezzi di sussistenza a rischio

Secondo il campanello di allarme che è stato fatto risuonare dalla rete di climatologi del Mediterraneo, i mezzi di sussistenza di non meno di 37 milioni di persone potrebbero essere a rischio: più o meno un terzo della popolazione presente sulle coste potrebbe patire gli effetti del cambiamento climatico. Mentre in quasi tutte le grandi città il clima si farà più complicato da sopportare, diverse isole pianeggianti dell’Italia potrebbero essere sommerse nel giro dei prossimi 80 anni a causa dell’aumento del livello del mare. Gli agglomerati costieri del nostro Paese, ma anche della Grecia e della Tunisia, attualmente esposti a mareggiate, potrebbero andare incontro a conseguenze ancora più gravi.

Il riscaldamento della regione mediterranea

Sono tutti sintomi di un trend che non è più paventato ma concreto: il veloce riscaldamento della regione mediterranea, nel contesto di un fenomeno mondiale che è stato dimostrato da varie ricerche scientifiche. Attorno al Mediterraneo vive mezzo miliardo di persone, e il mare è diventato uno dei punti più caldi di tutto il mondo. Il processo di riscaldamento che lo riguarda è più veloce del 20% rispetto a quel che accade nel resto del mondo. Al largo di Marsiglia, per esempio, l’acqua sotto la superficie a 20 metri di profondità ha toccato i 28 gradi.

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