Arte astratta, ecco i colori trionfanti post pandemia
L’emergenza causata dal Covid-19 non ha risparmiato nessun angolo del mondo e ad oggi ancora non sappiamo definire con certezza quali siano i danni che si protrarranno nel lungo termine. Non solo molte vite sono state spezzate, ma anche l’economia è stata messa a dura prova e i settori più svariati si sono trovati ad affrontare difficoltà mai vissute prima.
Ricordiamo tutti bene i lockdown, i locali chiusi, le strade vuote. Tutte le attività non essenziali sono state bloccate e tra queste, tutto il settore artistico. In un momento di grande sofferenza, però, si è spesso riflettuto sull’importanza di non rinunciare a ciò che è bello. Perché l’anima ha bisogno di nutrimento tanto quanto il corpo. Se noi non abbiamo potuto visitare i musei e le mostre, gli artisti hanno continuato a lavorare, nelle loro case, nei loro studi e hanno creato ciò che oggi possiamo finalmente tornare ad ammirare. Oggetti di arredamento, tele a olio, quadri ad acquerello, realizzati da artisti emergenti o già conosciuti negli anni scorsi ci attendono oggi nelle sale di nuovo aperte, per soddisfare il nostro bisogno di cultura e arte, che troppo a lungo abbiamo tenuto represso.
Arte astratta, da Kandinskij ai giorni nostri
L’astrattismo è una corrente artistica che nasce nei primi anni del ‘900, in particolare grazie ai progressi della tecnologia e delle scienze, ma soprattutto a causa dei cambiamenti epocali del periodo. La osserveremo oggi, perché la pandemia da Covid-19 ha senza dubbio tracciato una linea invisibile tra un “prima” e un “dopo”.
Tutti conosciamo le opere del grande artista Vasilij Kandinskij, ma solo gli appassionati sapranno che per questo pittore l’arte e la spiritualità erano strettamente legate. Kandinskij sosteneva che un’opera d’arte avesse sullo spettatore un effetto fisico, momentaneo, e un effetto psichico, determinato dalla vibrazione spirituale che il colore esercita sull’anima di chi lo osserva. Capirete quindi l’importanza che nell’astrattismo, più che in altre correnti, rivestono i colori.
Partendo dai colori primari Kandinskij descrive l’impatto che tutti i colori hanno su chi li osserva e una volta imparato a decifrare questa sorta di codice, diventa facile anche agli occhi di un principiante comprendere cosa le sue opere vogliono comunicarci.
Qualcuno sosteneva che è dai grandi dolori che nascono le migliori opere d’arte. In un periodo così difficile e spesso doloroso possiamo certamente aspettarci quadri carichi di emozione e significato.
Artisti emergenti: i colori accesi del periodo post pandemico
Osservando le opere astratte realizzate dagli artisti emergenti come ad esempio Cherie Grist o Etienne Quesnay negli ultimi due anni, notiamo una predominanza di colori forti, che colpiscono l’occhio in maniera quasi brutale. Il giallo, l’azzurro, il blu e l’arancione si mescolano al bianco e al nero creando una sorta di equilibrio tra l’ordine e il caos.
Il giallo sprigiona un’energia prorompente, che diventa sempre più profonda e consapevole man mano che si trasforma in arancione e tende al rosso. L’azzurro è il colore del cielo, esprime calma, quiete, ma quando tende al blu scuro assume toni più drammatici. Il bianco è convenzionalmente considerato come la somma di tutti i colori, esprime un assordante silenzio, un silenzio di nascita. In questo turbinio di emozioni si staglia implacabile il nero, la mancanza di luce, un non-colore. Il silenzio questa volta è un silenzio di morte, rappresenta la fine di una rappresentazione musicale.
Osservando queste opere possiamo quasi ripercorrere con la mente tutto ciò che i lunghi mesi della pandemia hanno portato nelle nostre vite: il buio, la paura, la solitudine, ma anche la speranza del cielo che si schiarisce, l’eccitazione per le piccole cose che spesso si davano per scontate e la rinascita, l’inizio di una nuova vita, dove il superfluo è stato eliminato, in cui i veri valori sono tornati nei nostri cuori.