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Qual è l’imposta di bollo per il conto deposito

L’imposta di bollo rappresenta spesso l’unico costo da accollarsi per aprire un conto deposito: vediamo come si calcola e a quanto ammonta oggi

Negli ultimi anni, l’imposta di bollo dovuta per il conto deposito è andata aumentando in modo in realtà piuttosto vistoso: ciò è dovuto alle particolari circostanze economiche che hanno interessato l’Italia dal 2012 a oggi e che hanno visto lo stato costretto ad aumentare alcune imposte fiscali per risolvere la crisi in essere; scopriamo quindi qual è l’imposta di bollo corrente.

Nel 2012, infatti, l’imposta di bollo per il conto deposito ammontava allo 0,10% del totale versato sul conto, tuttavia era anche prevista una soglia massima di 1.200 euro oltre la quale non si sarebbe potuto in ogni caso andare per il pagamento dell’imposta di bollo. Nel 2013, invece, l’imposta di bollo è stata alzata allo 0,15%, con la conseguente eliminazione dell’importo minimo – prima fissato a 34,20 euro – e dell’importo massimo. Nel 2014, infine, l’imposta di bollo è stata portata allo 0,20% del totale versato, portando quindi a un aumento del 100% dell’imposta nel giro di due anni.

Questi strumenti, come già anticipato nell’introduzione, sono un retaggio del decreto “Salva Italia” messo in atto da Mario Monti. Bisogna comunque rilevare che il maggior costo da sostenere legato all’imposta di bollo per un conto deposito è dovuto al fatto che quest’ultimo è uno strumento finanziario a tutti gli effetti ed è quindi da considerare alla stregua delle azioni e oggetto di un’attenzione particolare da parte delle casse dello stato.

Un ulteriore problema legato al conto deposito è il fatto che spesso non sia così facile distinguerlo da un conto corrente ordinario, dal momento che molte banche hanno cominciato da qualche tempo ad adottare una formula ibrida: ad alcuni clienti viene infatti permesso, ad esempio, di vincolare una parte del denaro presente su un conto corrente ordinario come se fosse un conto deposito, senza la necessità di dover aprire un conto deposito ad hoc. In questo caso ad esempio sorge un problema, poiché tale operazione sarebbe soggetta a una doppia tassazione (conto ordinario + conto deposito), mentre il cliente la concepisce come un’operazione su un unico strumento finanziario.

A questo proposito, infatti, l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) si è espressa in modo deciso, evidenziando il problema della differenza di trattamento tra i titolari di conti correnti tradizionali e i titolari di conto deposito. Per cercare di ovviare in qualche modo a queste problematiche che rischiano di insorgere nell’uso di questo particolare strumento finanziario, dunque, molte banche hanno cominciato ad applicare una politica conciliante verso l’imposta di bollo, accollandosene il costo in modo da attrarre nuovi clienti.


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