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certificati bianchi in edilizia
certificati bianchi in edilizia

Cosa sono i certificati bianchi in edilizia e a cosa servono

Basta guardare i telegiornali oppure i vari programmi televisivi dedicati, per rendersi conto esattamente di quanto sia aumentato l'interesse collettivo nei confronti di tematiche importanti come quelle della salvaguardia ambientale. Proprio per questo, soprattutto per i lavoratori interessati nei settori edile e delle infrastrutture, i certificati bianchi sono attualmente i protagonisti di un notevole rialzo improvviso nelle richieste.

Certificati bianchi: cosa sono esattamente

Per i meno esperti del settore, i certificati bianchi sono anche detti titoli di efficienza energetica e il loro compito è dichiarare il risparmio energetico raggiunto tramite interventi mirati.j In parole più semplici, quando nel settore dell'edilizia vengono progettati ed effettuati interventi specifici di risparmio energetico, con un certificato bianco è possibile dichiararne l'operazione.

Poiché la motivazione principale per cui vengono rilasciati è quella della certificazione dei risparmi energetici, i certificati bianchi vengono assegnati ai distributori di gas e energia elettrica, ma anche alle società di servizi energetici e a chiunque decida di effettuare interventi mirati ad ottenere un risparmio energetico.

Certificati bianchi: descrizione e caratteristiche

I cosiddetti certificati bianchi vengono introdotti in Italia più o meno agli inizi dell'anno 2005.

Sostanzialmente, i certificati bianchi sono dei titoli acquistabili e poi rivendibili, il cui valore è variabile, perché sensibile alle variazioni del mercato. Per comprendere esattamente il valore di ogni certificato bianco, è bene sapere che un dato rilevante nel processo è il tep, acronimo di tonnellata equivalente di petrolio ed essenzialmente una unità di misura dell'energia. Il valore di un tep è equiparabile con il consumo di energia elettrica all'anno di una famiglia.

In principio, il valore di ogni certificato bianco era 100 euro/tep, anche se esiste una differenza di riconoscimento tra i consumi elettrici e i combustibili. Infatti, per la produzione dell'energia elettrica e di quella termica, vengono impiegati quantità di energia primaria disuguali: in particolare, grazie al riscontro della produzione dell'energia elettrica, i consumi risultano maggiori proprio in questo caso.

Con queste specifiche informazioni in mente, risulta facile comprendere come, nel momento in cui si verifichi un mancato consumo elettrico, il risparmio in ambito tep sarà maggiore rispetto a quello di un mancato consumo termico.

Nel dettaglio, i certificati bianchi vengono erogati per quattro tipi di interventi da effettuare:

  • interventi per il risparmio dell'energia elettrica;
  • interventi per il risparmio di gas naturale;
  • interventi per il risparmio di altro genere di combustibile non per autotrazione;
  • interventi per il risparmio di altro genere di combustibile per autotrazione.

Certificati bianchi: come ottenerli

L'ente predisposto all'erogazione dei certificati bianchi è il GSE, sigla che identifica il gestore dei servizi energetici, che si occupa di gestire inoltre il valore economico dei TEE e effettuare controlli dei reali risparmi energetici ottenuti.

In base all'idea del progetto presentato e al tipo di interventi di efficienza energetica da effettuare, è possibile richiedere l'incentivo esatto di certificati bianchi necessari per l'esecuzione dei lavori.

Attualmente, solo Italia e Francia incentivano i lavori atti al risparmio energetico tramite l'utilizzo, appunto, dei certificati bianchi. Per quanto riguarda le altre nazioni, quasi tutte scelgono per ora di avvalersi di altri metodi di risparmio energetico, con altri generi di incentivi per i lavoratori del settore. Gran Bretagna, Paesi Bassi e Danimarca, sembra che invece stiano pensando di seguire le nostre orme e di adeguarsi alla metodologia usata dal nostro Paese, interessandosi a una introduzione concreta dei certificati bianchi.


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